103_La vita, le sue tonalità di grigio e l’oro

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La vita, le sue tonalità di grigio e l’oro, ovvero, il mio 2016 attraverso i libri che mi hanno aiutato ad affrontarlo.

Non ho mai negato che questo blog sia la mia terapia (o risposta) quotidiana alla vita, l’universo e tutto quanto, ma è anche molto altro. Per quanto, fino ad oggi, sia sembrato molto “asettico” nell’esibire solo illustrazioni e poco altro, dentro quelle immagini, dietro quelle linee, c’è molto più di quanto le parole possano esprimere.
Ho iniziato l’anno con un libro che potrebbe benissimo essermi stato suggerito da mia madre “Il potere del cervello quantico “, categoria che io definisco “hippie/new age”, e che però mi è stato presentato positivamente da mia cugina/madrina Dani.

Solitamente tendo a evitare libri di questo tipo perché ripetitivi e non piacevoli sotto quasi tutti i punti di vista. “Il potere del cervello quantico” non fa eccezione ma, rispetto ad altri volumi del genere, ha l’onesta di suggerire al fruitore di non attendere passivamente una ipotetica risposta dell’universo, ma di muoversi per ottenere quello che si desidera; che magari non si ottiene, ma che può farti trovare qualcosa di buono sul tragitto.

Secondo libro letto è “Invisible monsters“, sempre suggeritomi dalla stessa cugina/madrina, in risposta ad un libro, sempre dello stesso autore, che le prestai: “Soffocare“, un libro che apprezzai molto. “Invisible monsters” non è il libro migliore che Palahniuk abbia scritto, ma neppure il peggiore. Per chi ama questo autore risulterà una lettura piacevole e molto scorrevole.

Stardust” l’ho letto prima di vedere quel terribile film omonimo, che del libro ha poco e nulla. Di Neil Geiman avevo già letto “Coraline” a fine 2015 e mi sono ripromesso di leggerne altre opere. Con “Il coperchio del mare” mi sono immerso in quella poesia quotidiana che Banana Yoshimoto ha avuto l’abilità di descrivere. L’Allende mi ha fatto faticare con il suo “La figlia della fortuna“, non perché non sia scritto bene, lungi da me affermarlo, ma perché ho odiato tutti i personaggi del libro e trovato banali alcuni suoi stereotipi sessuali. Probabilmente questo libro sarebbe stato più apprezzato se letto in un altro periodo della mia vita, quindi non escludo di leggerne altri della stessa autrice. “Angeli neri” l’ho letto tanto per, ed effettivamente mi ha lasciato indifferente. “La favola dei due orologi” l’avevo sul Kindle. Il titolo prometteva bene. Bene, solo il titolo: se c’è un libro che sconsiglierei è proprio questo, dall’inizio alla fine. “Lo scarabeo d’oro” al quale ho dedicato l’illustrazione di questo mese è un racconto molto piacevole di Poe, senza nessuna connessione logica apparente questo racconto ha gettato le basi perché io leggessi “La lettera scarlatta” che ignorantemente pensavo trattasse di tutt’altro e invece mi ha piacevolmente sorpreso. “I viaggi di Gulliver” è tra le letture che suggerirei a tutti i diecenni di oggi, per non fargli perdere la fantasia e l’innocenza propria di quell’età pre adolescenziale. “Compagno di sbronze” è Bukowski, se piace l’autore, piacerà sicuramente anche questo libro. “La sposa giovane“: Baricco è sempre Baricco; espedienti nuovi, solita poesia nella scrittura, amo tutti i suoi testi, che sia saggistica o narrativa. Se piace anche a voi, questo libro è solo un tassello in più del quadro, in una parola, esatto. “I dolori del giovane Werther” finiscono come devono finire: mi ha divertito per quel poco che è durato. “Il contrario di uno“, suggeritomi dalla cugina Ambrogigia, mi ha fatto commuovere con le sue prime pagine (ok, sono emotivamente instabile e lo ero ancor di più in quei giorni); è passato in sordina per tutto il resto del libro che, comunque, come quasi tutti i libri di Erri, è molto corto.

Il bar sotto il mare” ho capito perché è una delle letture che i prof delle medie suggeriscono ai propri alunni: consigliatissimo. “La fattoria degli animali” è piacevole da leggere, un po’ scontata, ma nulla da dire. “Cent’anni di solitudine” è un libro che ho sentito spesso nominare e che mi ero sempre ripromesso di leggere. Fa un baffo alle soap e appassiona; mi sono sentito un po’ come una vecchia con l’appuntamento pomeridiano fisso per la telenovela del cuore, ma ne è valsa la pena. “1984” è piacevole; da questa lettura sono nate diverse considerazioni sull’amore, ma anche per questo libro, probabilmente sfavorito da tutti i film e i dibattiti che ne hanno preso spunto, il risultato è trovarlo scontato. “L’arte di essere fragili. Come Leopardi può salvarti la vita” è l’ennesimo libro un po’ “hippie/new age” suggeritomi da mia madre, come tutti, o quasi tutti, i libri del genere. Non ho particolarmente apprezzato lo stile di scrittura, benché mi abbia dato qualche spunto di riflessione sugli adolescenti e non in rapporto alla tecnologia. Al momento sto leggendo un altro libro del quale forse parlerò il prossimo anno, qualora questo post sperimentale fosse apprezzato. È stato un anno, il mio, pieno di solitudine e isolamento obbligato, per via del lavoro (cameriere stagionale in un paesello di montagna), ma anche voluto. Per quanto il mio cuore sia in tempesta, sento di stare muovendo i primi passi consapevoli verso il prossimo anno. Ripetendo a me stesso “I’ll be fine” e augurandovi buone feste.

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11 risposte a 103_La vita, le sue tonalità di grigio e l’oro

  1. Pendolante ha detto:

    Io l’ho apprezzato il tuo post sperimentale. Alcuni dei libri citati li ho letti di recente, altri una vita fa, oppure non li ho mai sentiti nominare e colgo lo spunto. In ogni caso, grazie dei suggerimenti e Buon Anno

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  2. Tratto d'unione ha detto:

    Anche io apprezzo questo post sperimentale. L’ho letto tutto d’un fiato senza fatiche o singhiozzi e mi sono piaciute le tue microrecensioni, molto personali e curiose. Secondo me dovresti ripetere l’esperimento. Auguri per un felice anno nuovo, siamo in tanti a sperare che il 2017 sia migliore dell’anno che sta per finire 🙂

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  3. blogdelbasilico ha detto:

    Scrivi più spesso! 😀 (Se vuoi!) Da 1984 stavo estraendo una citazione per il testo che finalmente sto mandando in giro per case editrici, a 5 anni dall’ultimo tentativo (fallimentare). Mi piace l’idea del tradirsi a vicenda, perdonandosi per questo. Un abbraccio, grazie mille e, anche se in ritardo, buon anno!

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  4. Pingback: 111_Rosa speranza | boniglio

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